Non solo Aquileia. Segni della presenza romana nel territorio tra Isonzo e Timavo.

Non solo Aquileia. Segni della presenza romana nel territorio tra Isonzo e Timavo.

nuove SottoMonfalcone

Progetto SottoMonfalcone | incontro pubblico presso la villa romana della Liberta Peticia, a Staranzano

Nella significativa cornice della villa romana di Staranzano, sabato 5 ottobre 2019 alle ore 11.00 le archeologhe Paola Maggi, Renata Merlatti e Gabriella Petrucci saranno presenti per una chiacchierata sulle principali testimonianze di epoca romana nella parte orientale dell’antico territorio aquileiese.
Si parlerà delle ‘tracce”’lasciate da chi viveva qui circa 2000 anni fa, segni a volte evidenti, a volte labili, che ci raccontano come il paesaggio si presentava in età romana.
Saranno illustrate le modalità di insediamento in quest’area: vie di comunicazione, infrastrutture, ville, necropoli.
Numerosi reperti ci illustrano poi la vita quotidiana del tempo.

L’incontro, aperto a tutti, costituisce una delle prime iniziative del progetto ‘SottoMonfalcone. Storia, archeologia e paesaggio nel territorio tra il Timavo e l’Isonzo’ promosso dall’Associazione Culturale Lacus Timavi di Monfalcone e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito del Bando Regionale per gli incentivi annuali 2019 a favore della promozione delle attività culturali di divulgazione della cultura umanistica.

Il progetto mira a trasmettere a un ampio pubblico le conoscenze sui luoghi e sulle testimonianze di interesse storico, archeologico e paesaggistico di Monfalcone e del comparto territoriale circostante, dal mare ai rilievi carsici. L’intento è quello di raccontare in modo nuovo, attraverso una pubblicazione a carattere divulgativo, lo sviluppo storico del territorio dall’antichità a oggi, suggerendo allo stesso tempo nuove modalità di visita di luoghi conosciuti o meno noti.

Tra le altre attività previste dal progetto si segnala una mostra fotografica itinerante in cui verranno esposte immagini delle ricchezze culturali del territorio; saranno inoltre proposti degli “open days”, giornate dedicate a visite guidate aperte al pubblico alla scoperta dei luoghi di rilevanza storica e naturalistica.
Queste ultime iniziative, così come l’accesso ai documenti d’archivio e ai risultati delle ricerche condotte nel territorio, sono rese possibili grazie alla preannunciata collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

Partner nella realizzazione del progetto sono i Comuni di Staranzano e di San Canzian d’Isonzo, l’Associazione Obbiettivo Immagine di Gradisca d’Isonzo, l’Associazione Galleria Rifugio di Monfalcone, lo IAL del Friuli Venezia Giulia (Scuola Alberghiera di Monfalcone), Lions Club di Duino Aurisina, Club per l’UNESCO di Udine e l’Associazione FriuliVeneziaGiuliaДА di Trieste.

>QUI, le indicazioni per raggiungere la villa romana di Staranzano

>QUI, la sede del Comune di Staranzano, che sarà usata in caso di maltempo


SottoMonfalcone. Storia, archeologia e paesaggio nel territorio tra il Timavo e l’Isonzo

SottoMonfalcone. Storia, archeologia e paesaggio nel territorio tra il Timavo e l’Isonzo

nuove SottoMonfalcone

Grazie al recente scorrimento della graduatoria regionale relativa al bando per gli incentivi annuali a favore della promozione delle attività culturali – iniziative progettuali riguardanti manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica, il progetto “SottoMonfalcone. Storia, archeologia e paesaggio nel territorio tra il Timavo e l’Isonzo”, presentato dall’associazione culturale Lacus Timavi quale capofila, rientra tra quelli ammissibili e finanziabili.
Tale progetto si propone di valorizzare la ricchezza delle evidenze archeologiche, storiche e naturalistiche del territorio tra il Timavo e l’Isonzo, con un particolare focus sull’area urbana di Monfalcone. L’obiettivo è di trasmettere a un ampio pubblico le conoscenze disponibili sui luoghi e sulle testimonianze di interesse storico e archeologico presenti a Monfalcone e nel comparto territoriale circostante.
Il prodotto principale sarà una pubblicazione a carattere divulgativo sull’archeologia e sulla storia di Monfalcone e dei comuni circostanti dall’antichità all’età moderna, con un’attenzione particolare alle trasformazioni avvenute nel paesaggio naturale e antropico.
L’intento è quello di costruire e divulgare, attraverso diversi prodotti e con la massima attenzione alla scientificità dei contenuti, una narrazione d’insieme dello sviluppo storico, dall’antichità a oggi, di un territorio connotato da una certa omogeneità di espressioni culturali.
L’analisi dei dati – spesso frammentari e conosciuti solo dagli specialisti – che provengono da numerose ricerche di archeologia del paesaggio e da indagini di scavo condotte nell’area, è in grado di gettare nuova luce sulle trasformazioni culturali, sociali e ambientali nel divenire di millenni.

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tra acque e miti del fiume Timavo (II parte)

tra acque e miti del fiume Timavo (II parte)

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Oltre al Timavo adriatico o tergestino, si conoscono altri due luoghi in cui si rinviene una connessione etimologica d’ambito dedicatorio a questa divinità fluviale.
Uno è sito nei pressi del torrente Cellina in quanto, in prossimità della chiesa di Santa Maria Assunta di Montereale Valcellina (Pn), fu ritrovata nell’800 una piccola ara -oggi scomparsa- databile tra  II secolo a. C. e I a. C..
Si trattava di una dedica al dio Timavo, voluta dal civis Romanus Tiberio Poppaio:

L’altro è il cosiddetto Fontanone a Timau in Carnia, che scaturisce da una considerevole altezza del ‘Greto’ e si riversa a balzi spumeggiando nel torrente But.
Il geografo Strabone informa che la regione del nostro Timavo, e forse più particolarmente il santuario ivi esistente, dal nome del fiume Timavus, si chiamava Timavum: in egual modo il romito villaggio carnico ha conservato l’antico nome di Timavum, che anche si può leggere in una delle tre iscrizioni stradali scolpite nella roccia del vicino valico di Monte Croce.
Comune a tutti e tre i Timavi, oltre al fenomeno idrico di acqua uscente in gran copia dall’alto di una roccia, è il carattere etnico e geografico, cioè il territorio carnico: la città di Concordia, al cui agro certo appartiene Maniago, è annoverata da Tolomeo tra le città dei Carni, e alla colonia di Trieste, detta appunto da Strabone borgata carnica, furono da Augusto attribuiti i Carni, cioè gli abitanti del contado carsico.
Le acque del Timavo nostro scorrono tutte in territorio tergestino: il fiume nasce dal Monte Catalano e dopo un breve corso nella valletta solatia, incoronata di castelli, la Valle del Timavo soprano, entra maestoso nella Caverna di San Canziano, nome genuinamente romano, e vi penetra d’impeto, di cataratta in cataratta, suscitando echi e rimbombi, luci e riflessi fantastici nelle gallerie e negli androni.

Grotte di San Canziano| foto: https://www.park-skocjanske-jame.si/it/

Poi il fiume scompare improvvisamente nel regno delle tenebre e del silenzio, in un lungo viaggio sotterraneo.
Ingrossato da altre acque inghiottite dal sottosuolo carsico, nel suburbio di Trieste il fiume dalle molte sorgenti sbuca qua e là dalle fenditure della roccia con polle più o meno copiose, oltre San Giovanni di Guardiella, anche a Barcola e a Cedas; ad Aurisina fornisce e alimenta l’acquedotto principale della città; infine a San Giovanni del Timavo, tra Duino e Monfalcone, rivede la luce del sole e saluta a gran voce l’Adriatico in un paesaggio classico di eroica bellezza e d’alta poesia, se anche non più come ai tempi di Virgilio per ora novem magno cum murmure montis.
Ai tempi di Virgilio invece c’era qui un ampio circondario sacro con un porto, un boschetto, uno o più santuari e le terme, poiché il Timavo, divinità fluviale era anche divinità salutare, come l’Apollo Aponus invocato nelle terme di Abano presso Padova.
(continua)

 


Nella foto di copertina (Elena Clausero) una risorgiva del Timavo, in prossimità della chiesa di San Giovanni in Tuba.

a cura della prof.ssa Marisa Bernardis

tra acque e miti del fiume Timavo (I parte)