Sabato 15 febbraio, a San Canzian d’Isonzo, saranno aperti in via straordinaria due importanti scrigni di storia locale: l’Antiquarium presso la Chiesa Parrocchiale e la chiesetta di San Proto.
L’evento fa parte delle iniziative proposte dal progetto SottoMonfalcone ed è organizzato in collaborazione con il Comune di San Canzian d’Isonzo, con i volontari della Società Friulana di Archeologia – Sezione Isontina e la Parrocchia Ss. Martiri Canziani.
Le visite ai due siti, completamente grauite, sono condotte
> all’Antiquarium, dai volontari della Società Friulana di Archeologia e dalla storica Monica Chiabà, che illustrerà le antiche lapidi iscritte
> alla chiesetta di San Proto, dall’archeologa Paola Maggi, del comitato scientifico di progetto
Il ritrovo è fissato presso la Chiesa Parrocchiale e presso la Chiesetta di San Proto con inizio alle ore 10.00, 11.00, 12.00.
Info e prenotazioni (obbligatorie nel caso di gruppi): sottomonfalcone@lacustimavi.
Sabato 8 febbraio 2020 l’Associazione culturale Lacus Timavi, nell’ambito delle iniziative previste dal progetto ‘SottoMonfalcone. Storia, archeologia e paesaggio nel territorio tra il Timavo e l’Isonzo’, organizza un Open day alla scoperta di luoghi storici, noti e meno noti, della città di Monfalcone.
A partire dalle ore 9.00 e con partenze ogni ora (10.00 e 11.00), con ritrovo presso il Municipio di Monfalcone, si potranno effettuare due passeggiate organizzate in collaborazione con il Comune di Monfalcone, con l’Istituto Statale di Istruzione Superiore ‘Sandro Pertini’ e con l’Associazione ‘Galleria Rifugio’ di Monfalcone.
>>La prima è una passeggiata alla scoperta della Monfalcone medievale, che si terrà a cura degli alunni della 3BET indirizzo Turistico dell’I.S.I.S. Sandro Pertini di Monfalcone e comprenderà l’illustrazione dei resti archeologici sotto il Municipio e la visita alla collezione archeologica conservata nel Palazzetto Veneto. La visita sarà supportata dalle archeologhe Paola Maggi, Renata Merlatti e Gabriella Petrucci, coordinatrici del progetto.
>>Il secondo itinerario di visita prevede una passeggiata storica nei luoghi delle due Guerre a Monfalcone, che verrà condotta dal ricercatore Pietro Commisso dell’Associazione ‘Galleria Rifugio’ di Monfalcone.
All’Open-day forniscono preziosa collaborazione la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio FVG, il comune di Monfalcone e l’I.S.I.S. ‘Sandro Pertini’ di Monfalcone.
L’iniziativa è gratuita. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie nel caso di gruppi) scrivere a: sottomonfalcone@lacustimavi.it.
La mostra fotografica itinerante ‘Una Storia per Immagini – Viaggio nel tempo e nei luoghi tra Timavo e Isonzo’ fa tappa ad Aurisina, presso la Casa della Pietra ‘Igo Gruden’, dal 1 al 19 febbraio 2020.
La mostra, realizzata dall’Associazione Obbiettivo Immagine di Gradisca d’Isonzo, fa parte dei prodotti e delle iniziative previste dal progetto SottoMonfalcone, ideato dalle archeologhe Paola Maggi, Renata Merlatti e Gabriella Petrucci e predisposto dall’associazione culturale Lacus Timavi.
La mostra di Aurisina, con oltre 50 foto artistiche che ritraggono le bellezze storiche e paesaggistiche del territorio tra falesie di Duino e Isonzo, è a ingresso libero e sarà inaugurata sabato 1 febbraio, alle ore 11, presso la citata Casa della Pietra di Aurisina.
Si ringraziano il Comune di Duino Aurisina per il patrocinio all’iniziativa, il Lions Club di Duino Aurisina e l’Università della Terza Età ‘Danilo Dobrina’ – Trieste.
Venerdì 31 gennaio sono previsti due appuntamenti nell’ambito del progetto SottoMonfalcone.
Alle ore 17.00 e 17.45, le archeologhe Paola Maggi e Gabriella Petrucci condurranno una visita guidata presso l’Antiquarium Comunale di Ronchi dei Legionari, alla scoperta dei reperti della villa romana. [Androna Palmada, 2].
Successivamente, la dott.ssa Monica Chiabà, dell’Associazione Nazionale per Aquileia, condurrà la conferenza ‘Aquileia est deducta (181 a.C.)’: a partire alle ore 18.30 del 31 gennaio, presso l’Auditorium Comunale [Piazzetta dell’Emigrante], saranno illustrati alcuni spunti storici sulla fondazione della grande città romana.
Entrambi gli appuntamenti sono organizzati in collaborazione con il Comune di Ronchi dei Legionari, nell’ambito della rassegna ‘Noi e la Storia’.
L’open day s’avvale anche della collaborazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
Per ulteriori informazioni: sottomonfalcone@lacustimavi.it
Venerdì 24 gennaio, alle ore 18, presso la sala ‘Benito Peres’ di Staranzano (Municipio, I piano), si terrà la conferenza ‘Storie della Grande Guerra- Le operazioni del 5-9 giugno 1915 dalle testimonianze dei protagonisti ‘, proposta nell’ambito delle iniziative previste dal Progetto ‘SottoMonfalcone. Storia, archeologia e paesaggio nel territorio tra il Timavo e l’Isonzo’ è finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, a valere sul Bando Regionale per gli incentivi annuali 2019 a favore della Promozione delle Attività culturali – iniziative progettuali riguardanti manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica.
Pietro Commisso, ricercatore e anima dell’Associazione Galleria Rifugio di Monfalcone -partner di progetto- e Gianfranco Paliaga, ricercatore autonomo, illustreranno i fatti realtivi alle operazioni offensive del Regio Esercito Italiano fra il 5 ed il 9 giugno 1915 nel territorio del monfalconese attraverso i diari di due illustri protagonisti, Mario Perrini e Giani Stuparich, e i rapporti dei Granatieri di Sardegna.
A latere, sarà possibile visitare la mostra fotografica itinerante ‘Una Storia per Immagini – Viaggio nel tempo e nei luoghi tra Timavo e Isonzo’, anch’essa facente parte della proposta del progetto ‘SottoMonfalcone’ e realizzata dall’Associazione Obbiettivo Immagine di Gradisca d’Isonzo. [c/o Sala Espositiva ‘Alberto Delbianco, via Zambon 2, Staranzano]
L’articolo apparso su ‘il Piccolo’, relativo all’inaugurazione della mostra ‘Una Storia per Immagini. Viaggio nel tempo e nei luoghi fra Timavo e Isonzo’, tenutasi a Staranzano l’ 11 gennaio 2020 e proposta dall’associazione Obbiettivo Immagine di Gradisca d’Isonzo, nell’ambito delle iniziative previste dal progetto SottoMonfalcone.
L’articolo apparso in data odierna su ‘il Piccolo’, relativo al primo appuntamento del progetto SottoMonfalcone, tenutosi presso la villa romana della Liberta Peticia, a Staranzano.
Progetto SottoMonfalcone | incontro pubblico presso la villa romana della Liberta Peticia, a Staranzano
Nella significativa cornice della villa romana di Staranzano, sabato 5 ottobre 2019 alle ore 11.00 le archeologhe Paola Maggi, Renata Merlatti e Gabriella Petrucci saranno presenti per una chiacchierata sulle principali testimonianze di epoca romana nella parte orientale dell’antico territorio aquileiese.
Si parlerà delle ‘tracce”’lasciate da chi viveva qui circa 2000 anni fa, segni a volte evidenti, a volte labili, che ci raccontano come il paesaggio si presentava in età romana.
Saranno illustrate le modalità di insediamento in quest’area: vie di comunicazione, infrastrutture, ville, necropoli.
Numerosi reperti ci illustrano poi la vita quotidiana del tempo.
L’incontro, aperto a tutti, costituisce una delle prime iniziative del progetto ‘SottoMonfalcone. Storia, archeologia e paesaggio nel territorio tra il Timavo e l’Isonzo’ promosso dall’Associazione Culturale Lacus Timavi di Monfalcone e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito del Bando Regionale per gli incentivi annuali 2019 a favore della promozione delle attività culturali di divulgazione della cultura umanistica.
Il progetto mira a trasmettere a un ampio pubblico le conoscenze sui luoghi e sulle testimonianze di interesse storico, archeologico e paesaggistico di Monfalcone e del comparto territoriale circostante, dal mare ai rilievi carsici. L’intento è quello di raccontare in modo nuovo, attraverso una pubblicazione a carattere divulgativo, lo sviluppo storico del territorio dall’antichità a oggi, suggerendo allo stesso tempo nuove modalità di visita di luoghi conosciuti o meno noti.
Tra le altre attività previste dal progetto si segnala una mostra fotografica itinerante in cui verranno esposte immagini delle ricchezze culturali del territorio; saranno inoltre proposti degli “open days”, giornate dedicate a visite guidate aperte al pubblico alla scoperta dei luoghi di rilevanza storica e naturalistica.
Queste ultime iniziative, così come l’accesso ai documenti d’archivio e ai risultati delle ricerche condotte nel territorio, sono rese possibili grazie alla preannunciata collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
Grazie al recente scorrimento della graduatoria regionale relativa al bando per gli incentivi annuali a favore della promozione delle attività culturali – iniziative progettuali riguardanti manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica, il progetto “SottoMonfalcone. Storia, archeologia e paesaggio nel territorio tra il Timavo e l’Isonzo”, presentato dall’associazione culturale Lacus Timavi quale capofila, rientra tra quelli ammissibili e finanziabili.
Tale progetto si propone di valorizzare la ricchezza delle evidenze archeologiche, storiche e naturalistiche del territorio tra il Timavo e l’Isonzo, con un particolare focus sull’area urbana di Monfalcone. L’obiettivo è di trasmettere a un ampio pubblico le conoscenze disponibili sui luoghi e sulle testimonianze di interesse storico e archeologico presenti a Monfalcone e nel comparto territoriale circostante.
Il prodotto principale sarà una pubblicazione a carattere divulgativo sull’archeologia e sulla storia di Monfalcone e dei comuni circostanti dall’antichità all’età moderna, con un’attenzione particolare alle trasformazioni avvenute nel paesaggio naturale e antropico.
L’intento è quello di costruire e divulgare, attraverso diversi prodotti e con la massima attenzione alla scientificità dei contenuti, una narrazione d’insieme dello sviluppo storico, dall’antichità a oggi, di un territorio connotato da una certa omogeneità di espressioni culturali.
L’analisi dei dati – spesso frammentari e conosciuti solo dagli specialisti – che provengono da numerose ricerche di archeologia del paesaggio e da indagini di scavo condotte nell’area, è in grado di gettare nuova luce sulle trasformazioni culturali, sociali e ambientali nel divenire di millenni.
Oltre al Timavo adriatico o tergestino, si conoscono altri due luoghi in cui si rinviene una connessione etimologica d’ambito dedicatorio a questa divinità fluviale.
Uno è sito nei pressi del torrente Cellina in quanto, in prossimità della chiesa di Santa Maria Assunta di Montereale Valcellina (Pn), fu ritrovata nell’800 una piccola ara -oggi scomparsa- databile tra II secolo a. C. e I a. C..
Si trattava di una dedica al dio Timavo, voluta dal civis Romanus Tiberio Poppaio:
L’altro è il cosiddetto Fontanone a Timau in Carnia, che scaturisce da una considerevole altezza del ‘Greto’ e si riversa a balzi spumeggiando nel torrente But.
Il geografo Strabone informa che la regione del nostro Timavo, e forse più particolarmente il santuario ivi esistente, dal nome del fiume Timavus, si chiamava Timavum: in egual modo il romito villaggio carnico ha conservato l’antico nome di Timavum, che anche si può leggere in una delle tre iscrizioni stradali scolpite nella roccia del vicino valico di Monte Croce.
Comune a tutti e tre i Timavi, oltre al fenomeno idrico di acqua uscente in gran copia dall’alto di una roccia, è il carattere etnico e geografico, cioè il territorio carnico: la città di Concordia, al cui agro certo appartiene Maniago, è annoverata da Tolomeo tra le città dei Carni, e alla colonia di Trieste, detta appunto da Strabone borgata carnica, furono da Augusto attribuiti i Carni, cioè gli abitanti del contado carsico.
Le acque del Timavo nostro scorrono tutte in territorio tergestino: il fiume nasce dal Monte Catalano e dopo un breve corso nella valletta solatia, incoronata di castelli, la Valle del Timavo soprano, entra maestoso nella Caverna di San Canziano, nome genuinamente romano, e vi penetra d’impeto, di cataratta in cataratta, suscitando echi e rimbombi, luci e riflessi fantastici nelle gallerie e negli androni.
Poi il fiume scompare improvvisamente nel regno delle tenebre e del silenzio, in un lungo viaggio sotterraneo.
Ingrossato da altre acque inghiottite dal sottosuolo carsico, nel suburbio di Trieste il fiume dalle molte sorgenti sbuca qua e là dalle fenditure della roccia con polle più o meno copiose, oltre San Giovanni di Guardiella, anche a Barcola e a Cedas; ad Aurisina fornisce e alimenta l’acquedotto principale della città; infine a San Giovanni del Timavo, tra Duino e Monfalcone, rivede la luce del sole e saluta a gran voce l’Adriatico in un paesaggio classico di eroica bellezza e d’alta poesia, se anche non più come ai tempi di Virgilio per ora novem magno cum murmure montis.
Ai tempi di Virgilio invece c’era qui un ampio circondario sacro con un porto, un boschetto, uno o più santuari e le terme, poiché il Timavo, divinità fluviale era anche divinità salutare, come l’Apollo Aponus invocato nelle terme di Abano presso Padova.
(continua)
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