Le Falesie tra Duino e Sistiana sono il risultato di un’articolata serie di processi geologici al termine dei quali il mare, con la sua forza corrosiva, modella le rocce calcaree modificandole e creando forme particolari. Solchi marini, cavità sommerse e sorgenti di acqua dolce caratterizzano tutto il litorale carsico. Il sentiero Rilke da Sistiana al Castello di Duino permette di ammirare questo fenomeno.
presentazione del libro ‘SottoMonfalcone’ a Duino&Book [sabato 13/11]
nuoveSabato 13 novembre, alle ore 12, presso il Centro Congressi Portopiccolo Pavilion, si terrà la presentazione del volume ‘SottoMonfalcone. Alla scoperta della città e del territorio tra Timavo e Isonzo‘, in seno alla due giorni di appuntamenti Duino&book, Storie di Pietre, di Angeli e di Vini.
Questa guida atipica ed esaustiva su Monfalcone e sull’ampio comparto territoriale compreso tra i fiumi Timavo e Isonzo, nata da un progetto dell’associazione Lacus Timavi e finanziato da Regione FVG, sarà presentata da Martina Fullone della Casa editrice Nuova Vita Activa di Trieste.
Saranno presenti le archeologhe Paola Maggi, Renata Merlatti, Gabriella Petrucci, curatrici della pubblicazione e Paola Ventura, Funzionario Archeologo, Responsabile Area Patrimonio archeologico della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
Il libro illustra in 81 tappe e tramite 28 ‘oggetti parlanti’ la ricca e variegata eredità storica, archeologica e artistica, in una cornice paesaggistica che contempla anche lo spettacolo naturalistico offerto dalle falesie di Duino che, con il Castello dei Torre e Tasso, rappresentano uno dei più affascinanti angoli d’Italia.
L’accesso in sala (70 posti disponibili) è vincolato dalle vigenti normative e prevede l’esibizione del Green Pass.
È possibile prenotare alla mail levidellefoto@gmail.com o via WhatsApp/telefono al numero 3452911405.
Alcuni spunti per approfondire la conoscenza del territorio di Duino Aurisina:
Bunker di Duino
Castello di Duino
Castello vecchio di Duino
Tracce della strada romana a S. Giovanni di Duino
Mitreo presso Duino
Riserva naturale delle Falesie di Duino
Risorgive del Timavo

Conferenza – Le grotte: archivi del passato/Tremila anni al Timavo | mercoledì 19 febbraio
SottoMonfalcone_attivitàVenerdì 19 febbraio, alle ore 18.00, ad Aurisina, presso la Casa della Pietra ‘Igo Gruden’ (Aurisina 158), si terrà una conferenza con due relatori: a parlarci del popolamento del Carso Triestino durante la preistoria sarà Furio Premiani, presidente della Federazione Speleologica Regionale FVG; a raccontare di ulteriori suggestioni legate al fiume Timavo sarà lo storico Alberto Luchitta.
L’iniziativa è organizzata dal Lions Club Duino Aurisina e dal Comune di Duino Aurisina, in collaborazione con la nostra associazione.
Una Storia per Immagini | ad Aurisina la seconda tappa della mostra fotografica itinerante
SottoMonfalcone_attivitàLa mostra fotografica itinerante ‘Una Storia per Immagini – Viaggio nel tempo e nei luoghi tra Timavo e Isonzo’ fa tappa ad Aurisina, presso la Casa della Pietra ‘Igo Gruden’, dal 1 al 19 febbraio 2020.
La mostra, realizzata dall’Associazione Obbiettivo Immagine di Gradisca d’Isonzo, fa parte dei prodotti e delle iniziative previste dal progetto SottoMonfalcone, ideato dalle archeologhe Paola Maggi, Renata Merlatti e Gabriella Petrucci e predisposto dall’associazione culturale Lacus Timavi.
La mostra di Aurisina, con oltre 50 foto artistiche che ritraggono le bellezze storiche e paesaggistiche del territorio tra falesie di Duino e Isonzo, è a ingresso libero e sarà inaugurata sabato 1 febbraio, alle ore 11, presso la citata Casa della Pietra di Aurisina.
Si ringraziano il Comune di Duino Aurisina per il patrocinio all’iniziativa, il Lions Club di Duino Aurisina e l’Università della Terza Età ‘Danilo Dobrina’ – Trieste.
tra acque e miti del fiume Timavo (III parte)
meno nuoveOra il bosco sacro delle risorgive del Timavo non c’è più mentre il sacello e il porto tutto sono ormai celati sotterra o dal fluire della corrente del fiume e di loro non resta che l’eco del ricordo.
Rimangono però le terme, le Terme Romane di Monfalcone, rase al suolo durante la Grande Guerra, ma che alla vigilia della conflagrazione ci avevano ridonato due donarii dedicati al Fonte. Si ritiene dunque che all’interno delle terme fosse collocato uno spazio consacrato ai poteri salutari legati al culto delle acque.

E nell’abside della chiesa rovinata di S. Giovanni rimangono tuttora murate dopo l’immenso turbine bellico le tre are sacre alla Speranza Augusta, che erano state deposte nel santuario del Timavo da visitatori stranieri per ottenuta guarigione.

Nei primi secoli grigi del medio evo il luogo, conteso tra Bizantini e Longobardi, giacque abbandonato, poiché si era andato colmando il Catino (val Caina, antico nome della zona del Villaggo del Pescatore): tale, secondo alcune interpretazioni, era il toponimo, mentre altre propendono che vi fosse un riferimento alla catena che, una volta tesata, sbarrasse l’accesso al porto.
Intorno al Mille sorsero sulle rovine degli edifici romani la prima chiesa di S.Giovanni per opera del patriarca Ulderico di Aquileia e un cenobio, di cui poi si impadronirono i cavalieri e che poi scomparve, mentre i Veneziani si fortificarono sulla vicina isoletta di Belforte per sorvegliare il mare di Trieste.
Allora altre leggende fiorirono, come quella dello Scoglio di Dante pensoso sul mare e del fantasma della Dama Bianca di Duino.
Nel Timavo le genti giuliane riconoscono il loro Clitumno, sacro per gli antichi culti, per il beneficio delle sue linfe, per i miti e le storie del passato.
Dopo la Grande Guerra alla foce del Timavo è risorta la vita nelle nuove case, nella nuova chiesa, nello stabilimento del nuovo acquedotto di Trieste intitolato a Randaccio, in onore del quale è stato eretto un cippo nel sito ove egli cadde in battaglia.
Al margine della nuova strada sono incisi nel vivo masso i versi virgiliani del Timavo.
E’ rinata Monfalcone con i suoi cantieri, è resuscitato il castello di Duino, dalle cui macerie tra altri frammenti di lapidi e sculture si recuperarono parte di un secondo esemplare del basamento votivo di Sempronio Tuditano, l’ara dedicata al Timavo e un altro quarto altare alla dea Speranza, senza dubbio provenienti da quei santuari: frutti spontanei largiti dal classico suolo del Timavo e che ci invitavano e ancora ci invitano insistentemente a imprendere l’esplorazione archeologica anzitutto dell’area circostante i ruderi della chiesa del Battista, uno dei luoghi più suggestivi d’Italia.

a cura della prof.ssa Marisa Bernardis