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Nell’anno 1924, all’atto della parziale ricostruzione del castello di Duino a seguito della devastazione provocata dalla guerra, furono rinvenuti diversi frammenti di lastre con epigrafi, colonne e altro materiale d’epoca romana, probabilmente proveniente dal vicino sacello del Timavo e successivamente reimpiegato nella costruzione più antica delle torri del mastio.
Una torre che è comunemente ritenuta d’epoca romana e che, pur non essendo questa una tesi facilmente dimostrabile, comunque rappresenta una parte costruttivamente a sé stante, nelle strutture del castello del XIV secolo. Difatti è orientata in maniera differente rispetto alla disposizione generale degli altri edifici e torri ed è costruita con una tecnica a blocchi squadrati sovrapposti, dissimile da quella impiegata nei fabbricati prossimali.

il castello di Duino

Le lapidi votive provenienti probabilmente dal luogo sacro del Timavo non si ritrovano unicamente qui, ma anche reimpiegate nei materiali di costruzione della vicina chiesa di San Giovanni in Tuba, voluta dalla famiglia dei Walsee.
L’aretta con l’iscrizione dedicatoria al culto fluviale del Timavo [Temavo /voto/[suscep]to/…], del I secolo, è visibile presso il Museo d’Antichità J.J. Winckelmann di Trieste, mentre la sua copia è posta a breve distanza da una delle bocche da cui il fiume Timavo erompe dal suo percorso ipogeo.

>QUI, le origini etimologiche del nome Timavo 

>QUI, la nostra intervista a S.A.S. Carlo Alessandro Della Torre e Tasso III, Principe di Duino

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